Comunichiamo a distanza. Apprendiamo in modo nuovo. Facciamo video-aperitivi. Ci annoiamo. Abbiamo paura. Scriviamo poesie. Cuciniamo. Impariamo a respirare. Urliamo. Riflessione animata sul presente, musica live, interviste in diretta, conversazioni. Vi aspettiamo su Qualcosa È Cambiato, conversazioni sul mondo e su noi stessi, parleremo di Autismo, musica, e delle vostre nostre idee straordinarie!
In onda il 1° e 3° Sabato del mese dalle 17:30 alle 19:00
Per rispondere alle esigenze delle persone con Autismo, dei loro familiari, dei professionisti e delle associazioni per la tutela dei diritti della comunità con autismo e della comunità in generale in questo particolare momento storico, Giuliaparla ha costruito un programma radiofonico in onda sulla piattaforma web radio Astarbene.Com e in diretta sulla pagina Facebook Giuliaparla ONLUS.
Il programma, dal titolo “Qualcosa è cambiato”, va in onda a Sabati alterni dalle ore 17:30 alle 19:00 ed è condotto da Paolo “Piddu” De Stefani, psicologo e speaker, Peppe Levanto, educatore e musicista, Simona Levanto, consulente familiare e speaker, Arturo Modesti, bambino con autismo di 9 anni, cantante e performer.
La trasmissione affronta un argomento differente in ogni puntata, tenendo sempre conto dei temi di attualità e delle richieste che pervengono al direttivo di Giuliaparla. Alterna dibattiti, interviste, momenti di musica live, ascolto di brani di musica emergente (con artisti ospiti) e indipendente, a cui si aggiungono le richieste degli ascoltatori.
La radio racconta esperienze e progetti attivati per far fronte all’emergenza e accoglie le testimonianze e i suggerimenti del pubblico. Ogni punto di vista viene preso in considerazione e riportato all’interno del programma, fornendo anche spunti originali di visione della realtà, progettazione di nuove attività possibili anche in questo momento storico, diffusione di proposte innovative e aperte a tutto il territorio.
La radio nasce per far fronte all’emergenza, ma guarda oltre e si configura come un cantiere creativo e culturale aperto e permanente, che permetta alle persone stesse con autismo, che al momento in Italia sono circa 1 su 70, di elaborare, selezionare e valutare esperienze che le coinvolgano e che diffondano una cultura adeguata dell’inclusione.