Luglio 2019
Dal 4 al 7 Luglio si è svolta a Marzabotto (Bo) l’ottava edizione del Reno Splash – Festival Antirazzista, che quest’anno ha ospitato grandi nomi della scena reggae giamaicana e internazionale, come Capleton, Johnny Osbourne e Biga*Ranx, e italiana, come Dj MadKid, Mark-One, B-Boat, Nico Royale, Zizze Selecta e tantissimi altri.
Il festival nasce nel 2012 sulle ceneri di altri progetti e altri festival che negli anni si sono alternati sul territorio con l’obiettivo di promuovere la cultura e la musica reggae. “Quando io e Valentina Cuppi, attuale sindaco di Marzabotto- ci racconta Nico Royale, uno dei fondatori del Reno Splash – e un’altra manciata di amici fondammo questo festival e lo portammo a Marzabotto, aggiungemmo il valore dell’antirazzismo ispirandoci ai festival precedentemente organizzati e ovviamente ai festival più grossi a cui partecipavamo ogni anno, come il Rotototom Sunsplash o il Gusto Dopa in Salento, gemellandoci poi con la manifestazione dei Mondiali Antirazzisti che in quegli anni stava passando da Casalecchio a Bosco Albergati.”
“ll Reno Splash è l’ unico festival di musica indipendente della valle del Reno, forse l’ unico festival reggae della provincia di Bologna. Non mi ha mai stupito dunque che in un piccolo paese come Marzabotto la nostra manifestazione sia qualcosa di nuovo e mai visto che a volte incuriosisce, altre volte spaventa. Ci sono centinaia di aneddoti che aiutano a capire come di fronte alla diffidenza che abbiamo incontrato da parte di alcune persone basta in realtà la partecipazione e quindi vedere coi proprio occhi cosa accade per far cessare ogni critica” aggiunge Nico Royale. E’ proprio in questo clima di apertura e incontro con la comunità di Marzabotto che il Reno Splash si è aperto quest’anno alle diverse realtà che la animano, dagli artisti di liscio della zona, all’ingresso gratuito per i residenti, ricevendo grande sostegno e partecipazione dei commercianti e dell’Anpi, dimostrando come “un festival di 4 giorni sull’ Appennino dove si parla di pace e antirazzismo è un bene e non un male per il paese, sia dal punto di vista economico, sia dal punto di vista culturale.”
Il Reno Splash è il risultato di cose genuine: il fiume e le vibrazioni delle casse del Bandolero Movement Sound in sottofondo, lo staff internazionale, sorridente, felice e partecipe, i massicci grandi e piccoli, i salti sotto cassa. Queste e altre cose donano al Reno Splash la genuinità che lo rende bello al primo incontro. La chiave di volta di questo festival è quella di essere una manifestazione che si basa sulla musica “come elemento che unisce le persone di ogni età, provenienza e religione” e in quest’ottica ha proposto quest’anno una line up che univa in maniera armoniosa le foundations e l’avanguardia della musica reggae, con grande risposta da parte del pubblico.
“Quest’anno è stato l’anno della svolta” ci racconta Nico che, nonostante le difficoltà legate al crescente clima di odio e tensione che viviamo oggi nel nostro Paese, è riuscito, insieme al suo staff, a creare un piccola oasi di musica e integrazione che siamo davvero felici di aver scoperto. Ed è quando incontri amici e ne conosci di nuovi in riva al fiume, sotto cassa, in fila al bar, quando incroci storie di persone e regali abbracci prima di ripartire che un Festival può chiamarsi davvero “un successo”, perchè senza lo scambio sincero di ciò che proviamo grazie a questa musica nulla ha senso e noi, che questa musica la amiamo dal profondo, abbiamo il dovere di custodire questo messaggio: la musica reggae è celebrare insieme qualcosa che ci fa stare bene.
In questa splendida cornice del Reno Splash abbiamo avuto il piacere di incontrare e intervistare Biga*Ranx, giovane artista reggae francese attivo da molti anni in una continua ricerca musicale e oggi grande promotore della Liquid Dub.
– Chi è Biga Ranx?
“Sono Biga, ho cominciato a lavorare con la musica abbastanza presto nel mondo dei Sound System, negli anni 2000, e poi mi sono rivolto alla produzione e alla realizzazione di album nel 2011. Ho fatto uscire quello che considero il mio primo album nel 2017, “1988”, ho fatto molti concerti, molte produzioni e molte canzoni, voilà :D”
– Oggi in Italia si parla molto di Liquid Dub, se dovessi descriverla a qualcuno che non ne sa nulla come la descriveresti?
“Il Liquid Dub è un miscuglio di Dub e di tutta la corrente musicale un po’ lenta, malinconica, “aerea” e “nuvolosa” che si è iniziata a sviluppare negli anni 2000. Io ero un grande fan di questa nuova corrente musicale e ho voluto mescolare le mie radici Dub a questa musica più lenta ed elettronica, meno reggae insomma, con ritmi e accordi che non si utilizzano nel reggae tradizionale e con tematiche malinconiche accompagnata da ritmi più lenti. Anche se a volte può essere più ritmata e veloce, quello che davvero caratterizza il tocco “liquid” è questo approccio più malinconico rispetto al resto del Dub.
– Cosa vuol dire per te malinconico?
“Malinconico può voler dire molte cose, lo definirei come un’emozione un po’ sole-tristezza,c’è un lato di speranza e un lato di nostalgia, si cerca di creare l’unione delle due. E’ un insieme di accordi che vogliono rimandare a queste sensazioni e che non si ritrovano di solito nel Dub, che è invece una musica con accordi minori, più gravi, che sono sempre ballabili ma più pesanti. Nel Liquid Dub si cerca di aprirli, per concentrarsi di più sulle emozioni. Nel Dub ce ne sono già molte di emozioni, ma sono diverse, nel Liquid Dub si cerca qualcosa di più “coconut style” ma al tempo stesso più nostalgico.”
– Ci puoi consigliare qualcosa della scena musicale francese?
“Vi consiglio tutta la nostra Crew, la Brigante Crew, tutti i ragazzi che lavorano con noi:
Attili, Green Cross, Higher Light, Damè, Lil Slow. Poi ci sono tutti gli amici che girano intorno
alla stessa scena come Stand High Patrol e PupaJim, Bisou, Panda Dub, ODG,
Undubground, tutti noi gravitiamo intorno a un movimento comune. Anche se ognuno di noi è
sul proprio ramo, siamo tutti su un albero comune, tutti insieme. E’ la musica di Tours, veniamo
tutti dalla stessa città ed è un po’ uno stile comune a tutti, quindi vi consiglio davvero la scena
musicale di Tours. Nel Rap anche Chill Bump”
– Noi ci chiamiamo Astarbene: ci potresti dire le 3 cose che ti fanno stare bene?
“Bè la musica, far della musica, la weed, il CBD, quello ti fa stare bene e poi gli amici e le cose
semplici. Fare quello che hai voglia di fare, vivere della tua passione, la cultura e l’arte in
generale. La creazione, la creazione degli uomini, vedere che, anche in un mondo in cui si
sottolinea sempre quello che non va, l’uomo è comunque capace di creare qualcosa di molto
bello, scoprire che escono cose belle dall’uomo e dall’umanità”.
Elena Gilli
Traduzioni: Lilith Meier & Luca Marzano
July 2019
In the days between the 4th and the 7th of July, the eight edition of Reno Splash has taken place in Marzabotto (BO). An anti-racist festival that hosted this year big names of the Jamaican and International Reggae scene, such as Capleton, Johnny Osbourne, and Biga*Ranx, as well with Italian artists such as Dj MadKid, Mark-One, B-Boat, Nico Royale, Zizze Selecta and many more.
“This year was a turning point” says Nico, because, despite all the difficulties linked to the climate of hate and tension we are living in at this time in history in our country, we managed, along with our staff, to create a small happy oasis of music and integration that really pleases us. When you get to meet your friend and make new ones on the river side, in the mosh pit, or queueing at the bar, when you come across people stories, and embrace people before it is time to leave, then you can call a festival a “success”. Without the sincere exchange of what we feel through the music nothing has meaning and we have the duty to preserve the message of reggae music as something that makes us celebrate all together the shared emotion of “feeling irie”.
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